Donne al potere nel mondo alla rovescia, da Aristofane a Naomi Alderman.

392 a.C. Atene non se la passa proprio bene. La città è stata travolta da innumerevoli disastri: la sconfitta nella battaglia delle Arginuse e degli Egospotami, l'occupazione di Lisandro.

La polis è allo sbando, a causa soprattutto dell'assenza di figure politiche di spicco che potessero guidare il popolo ateniese. Manca  insomma quel “pastore di popoli” di omerica memoria.

Aristofane allora immagina di portare in teatro un mondo alla rovescia, dove le donne con uno stratagemma riescono ad assumere pieni poteri. L'intento del commediografo non è di tipo protofemminista, ma è chiaramente scherzoso: alla fine si vedrà infatti che nulla di buono può scaturire dalla “femminocrazia”. Il fine della commedia è tuttavia quello di muovere nello spettatore una riflessione, una catarsi appunto che induce a una presa di coscienza: gli ateniesi hanno bisogno di rinascere come uomini e come cittadini, riconoscendo l'esigenza di un cambiamento vero sotto la guida di un nuovo ed energico leader. Per questo l’idea di  un governo delle donne è una chiara provocazione.





La letteratura degli ultimi decenni ha visto le donne sempre più protagoniste sia come autrici che come soggetti letterari; ciò è evidente sia dalla volontà di dare voce a certi personaggi mitici come Didone, Penelope, Circe, Galatea… che dalla creazione di realtà utopiche dove le donne detengono lo scettro del potere. 

Ragazze elettriche di Naomi Alderman ne è un esempio. La narrazione parte da un interrogativo: cosa accadrebbe nel mondo se improvvisamente nelle donne si sviluppasse un organo in grado di  produrre scariche elettriche? 

L’acquisizione di questo potere viene osservata in diversi luoghi della Terra: a partire dai paesi arabi dove gli uomini cercano di contenere le reazione di ribellione femminile, punendo tutte coloro che dimostrano di possedere quest’arma. L’unione solidale delle donne contro “il nemico comune” le spingerà però a intervenire a tutela delle più deboli, trasferendo il potere alle loro mamme e nonne. 

A essere vulnerabili sono adesso gli uomini che sperimentano sulla loro pelle la paura di camminare da soli in una strada buia, il timore di essere avvicinati da una sconosciuta, la vergogna di  essere molestati… L’obiettivo iniziale delle donne, cioè riprendersi i propri spazi e la propria voce, degenera al punto da dar vita a un mondo dove le vittime diventano, a loro modo, carnefici.

L’intento della Alderman non ha sicuramente la cifra scherzosa e carnevalesca di Aristofane e il pubblico di riferimento è del tutto differente, però qualcosa in comune c’è: ovvero, scuotere le coscienze, decretando che non esiste un sesso debole o un sesso forte, che la sopraffazione, a prescindere da chi la metta in pratica, genera solo una spirale di violenza.


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