Parlare di bisessualità nel mondo greco, si può?



Bisessualità è un termine contemporaneo che non esisteva nel mondo antico, soprattutto nella percezione dei Greci. L'uomo infatti aveva un solo scopo: trasudare virilità, qualità che si esplicava nell'attività bellica, nell'arte politica e anche nella sessualità. L'uomo adulto era abituato ad assumere una ruolo attivo sia con le donne che con i giovani uomini. Infatti per un ragazzo ateniese intraprendere una relazione omoerotica con un adulto era non solo lecito, ma addirittura auspicabile. Nel SimposioPlatone afferma che le relazioni fra uomini erano le migliori, superando di gran lunga quelle eterosessuali.
La pederastia era un comportamento tollerato e molto diffuso, sebbene fosse regolato da un codice di comportamento estremamente preciso  e delle regole da cui non si poteva prescindere. 
La prima regola era l'asimmetria anagrafica fra l'amato (fra i 12 e i 17 anni massimo) e l'amante (dai 22 ai 60 anni), volta alla trasmissione di valori etici, all'educazione e alla paideia. Queste regole venivano definite dai padri al fine di tutelare i ragazzi dai malintenzionati. Gli amanti dovevano aver concluso un percorso di formazione che li avrebbero portati ad assumere un ruolo attivo nella società, nella politica, nella guerra, nelle relazioni e  nella sessualità. 
Il ruolo pedagogico della pederastia, come si è già anticipato, prevedeva un iter ben definito, che iniziava con il "rituale" del corteggiamento.  Sempre nel Simposio, l'allievo di Socrate opera una distinzione fra l'amore volgare di coloro che desiderano la carnalità e l'amore celeste di chi ama l'anima più del corpo. L'uomo educato all'amore celeste non corteggia i paides per poi abbandonarli, ma si preoccupa per loro con sollecitudine e costanza per dimostrare la serietà e la stabilità del suo sentimento.
In definitiva è attraverso l'osservanza delle regole che si definisce la serietà del corteggiamento: l'amante deve dimostrare dunque a se stesso e alla comunità di avere delle intenzioni serie che trascendono dal mero desiderio fisico; ciò si evince anche dalla scelta dei regali da inviargli che devono essere semplici e di poco valore.
Come deve comportarsi invece l'amato?
Si conviene che, in primo luogo, debba respingere o quantomeno rendere difficoltoso il corteggiamento. Esattamente come già avveniva nelle relazioni eterosessuali in cui la donna poteva cedere solo dopo la dichiarazione di matrimonio. Nel caso delle relazioni omosessuali che però non avevano come ultimo fine il matrimonio, quando il ragazzo ateniese poteva capitolare onorevolmente?
Ciò poteva avvenire solo dopo un corteggiamento serio e duraturo; al contrario, sarebbe stato riprovevole e degno di biasimo il ragazzo che avesse ceduto in modo precipitoso alle avance dell'amante.

Platone era perciò persuaso dal fatto che i rapporti omosessuali fossero i migliori. Nel Simposio, a prendere la parola è Aristofane: egli racconta che, in origine, gli esseri umani erano di forma sferica. Avevano in definitiva due facce di ugual sesso o diverso; tuttavia Zeus a causa dell'arroganza di queste creature decise di dividerle... Da allora ognuno di loro va alla ricerca della propria metà, laddove gli uomini (non le donne) che amano quelli del proprio stesso sesso sono i migliori.
Le donne che amano altre donne invece venivano accusate di essere prostitute; definizione frutto della visione fortemente misogina di quei secoli. Eppure nella Repubblica Platone usa l'espressione secondo natura per descrivere rapporti eterosessuali e, nel descrivere l'utopia di una comunità perfetta, caldeggia il controllo dell'eros. Gli uomini perciò dovevano limitarsi ai rapporti secondo natura, ovvero quelli finalizzati alla procreazione legittima piuttosto che raggiungimento del piacere con uomini o donne.
Tutto questo per un motivo estremamente pratico: non si doveva sprecare il seme.

Dunque per rispondere alla domanda che ha aperto questa breve indagine, imporre l'etichetta di bisessualità ai greci non è esattamente corretto. Innanzitutto perché ciò implica la libertà di poter scegliere chi amare e non sempre ciò avveniva; abbiamo detto che rapporto omosessuale era accettato, ma secondo tempi e regole ben precise, non è detto inoltre che il rapporto che ragazzo amato fosse sempre ben disposto, talvolta egli sentiva la necessità sociale di dover accettare il corteggiamento. Inoltre una volta aver superato i 17 anni che cosa gli accadeva? Non era certamente più desiderabile come giovane amato ma veniva proiettato in una nuova fase: l'iniziazione ai rapporti eterosessuali.
Dunque il raggiungimento di questa "fluidità" era particolarmente travagliato e non era una scelta libera a tutti gli effetti perché rientrava nel processo dell' educazione dell'uomo e del futuro cittadino.

Fare dei Greci il migliore tra gli uomini costava fatica, autodisciplina e talvolta, come abbiamo visto, anche in tal senso l'annullamento della Libertà individuale.

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