Amado: Gabriella fra cibo e sessualità.




Profumo di garofano,
odore di cannella,
io vengo da lontano
per vedere Gabriella.





Leggere Amado mette sempre una gran fame, sarà per tutti quei profumi che si sprigionano nell'aria non appena cominci a immergerti nella lettura.

La sua scrittura è seducente. Nel momento in cui hai cominciato a leggere, cadi in una sorta di ipnosi per la quale non puoi più mollare il libro.
Questo scrittore ha la capacità di farti completamente immergere nella piccola Ilhèus, nello stato di Bahia, diventando anche tu un cittadino che assiste e partecipa alla quotidianità.



Gabriella entra in punta di piedi nella storia di Nacib, cambiandogliela radicalmente. Dobbiamo aspettare circa cento pagine per il suo arrivo, la seducente mulatta  dalla bellezza conturbante e irresistibile, come i suoi manicaretti, non passa di certo inosservata. Libera, non ama possedere, né essere posseduta, Gabriella fa prevalere la propria fisicità e, tutto ciò che fa è volto alla soddisfazione dei bisogni primari. Cibo e sesso sono un binomio imprescindibile nella produzione letteraria di Amado (il verbo comer significa sia mangiare che fare l'amore) che privilegia l'aspetto della sensualità, spesso anche della lascivia.


Uscì dal bagno già vestito, Gabriella aveva preparato la colazione con i recipienti fumanti del caffè e del latte. Sulla tovaglia candida, c'erano la crema di latte di cocco, le banane fritte, il pane abbrustolito, la frutta. Gabriella osservava immobile sulla porta della cucina, disse: "Però dovete dirmelo, padrone, che cosa vi piace mangiare". Ingoiava la crema di cocco, gli occhi brillavano soddisfatti, la gola avrebbe voluto trattenerlo a tavola, ma la curiosità gli metteva fretta, perché era già ora dei funerali. Quella crema era squisita, le banane fritte una meraviglia. Dovette fare uno sforzo di volontà per alzarsi da tavola.


Le donne hanno un ruolo fondamentale e nuovo nei romanzi dello scrittore brasiliano, vengono colte in tutte le loro sfaccettature, non vengono categorizzate, e, soprattutto Gabriella è un simbolo utopistico; rappresenta un modo di vivere sfrontatamente semplice in cui non esiste l'idea di possesso e di "proprietà privata". Ella trae godimento dalla soddisfazione dei propri desideri, trasgredendo quelle che sono le convenzioni della buona società alle quali non riesce a sottostare, attraverso cui realizzare se stessa.
Gabriella spiana la strada a quelle che saranno le protagoniste concepite dalla penna di Amado: una fra tutte, Dona Flor, che rivendicano il loro status di Donna e tutto quello che questa parola comporta.

Il sapore della frutta esotica, il profumo inebriante e delicato del cocco e la pelle color cacao delle donne brasiliane sono le immagini olfattive che sono rimaste a lungo nella mia mente dopo aver chiuso il libro, così come anche un senso di nostalgia per Ilhèus e i suoi abitanti.
Così, per colmare questo vuoto, ho deciso di dedicarmi alla "cucina" e ho messo in pratica una ricettina facile facile per realizzare i brigadeiro brasiliani, per cui vi bastano solo tre ingredienti, da scaldare in un pentolino, e il cocco come decorazione finale:


170 gr LATTE condensato

1 noce di BURRO

80 gr. di cioccolato fondente

COCCO DISIDRATATO q.b.





































  • Aggiungere il latte condensato, il burro e il cioccolato in un pentolino leggermente imburrato, mescolare costantemente e far cuocere a fuoco molto dolce.

  • Dopo circa 15 minuti, la crema si addenserà.

  • Lasciar raffreddare il composto in frigo fino a quando non sarà possibile "modellarlo", creando delle palline (circa 12) che rotolerete nel cocco disidratato.

  • Riporre in frigo e lasciar riposare.

  • Estrarli circa mezz'ora prima di servire.

Et voillà!





Non vi resta che assaggiare! Buon appetito!



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