Leggere, scrivere, recensire secondo Virginia Woolf
Questo
agile volumetto, edito da La
Vita Felice,
contiene quattro saggi della scrittrice Virginia Woolf e offre
notevoli spunti di riflessione in merito alla difficile arte della
scrittura in stretta connessione all'abilità della lettura.
L'autrice, con la sua consueta sensibilità, svela la pienezza che si schiude dinanzi all'attonito lettore che, con il libro aperto sulle ginocchia, si cala nelle viscere dell'animo umano con lo scopo indagatore di ottenere delle domande piuttosto che delle risposte. Leggere dunque per perdersi e infine ritrovarsi nelle parole dell'altro, sentirsene assorbiti, fino quasi a trattenere il respiro, privarsi dello strato più superficiale per lasciare esposta la nuda essenza, per conoscersi e fare qualcosa che duri nel tempo e mostri un volto ammirevole alla posterità - dirà la Woolf-. E allora perché scrivere se ciò comporta un tale rischio? Scrivere è un'esigenza creativa di feroce responsabilità che porta l'impronta dell'essere umano che ha prodotto quel segno.
Così come anche recensire. A chi giova un parere in più fra i tanti – si domanda l'autrice – non sarebbe più proficuo il dialogo che riveli i coni d'ombra e i fasci di luce sull'operato dello scrittore? Eppure ciò è vero solo per gli autori contemporanei. Come comunicare altresì con i classici, se non attraverso la recensione?
L'autrice, con la sua consueta sensibilità, svela la pienezza che si schiude dinanzi all'attonito lettore che, con il libro aperto sulle ginocchia, si cala nelle viscere dell'animo umano con lo scopo indagatore di ottenere delle domande piuttosto che delle risposte. Leggere dunque per perdersi e infine ritrovarsi nelle parole dell'altro, sentirsene assorbiti, fino quasi a trattenere il respiro, privarsi dello strato più superficiale per lasciare esposta la nuda essenza, per conoscersi e fare qualcosa che duri nel tempo e mostri un volto ammirevole alla posterità - dirà la Woolf-. E allora perché scrivere se ciò comporta un tale rischio? Scrivere è un'esigenza creativa di feroce responsabilità che porta l'impronta dell'essere umano che ha prodotto quel segno.
Così come anche recensire. A chi giova un parere in più fra i tanti – si domanda l'autrice – non sarebbe più proficuo il dialogo che riveli i coni d'ombra e i fasci di luce sull'operato dello scrittore? Eppure ciò è vero solo per gli autori contemporanei. Come comunicare altresì con i classici, se non attraverso la recensione?
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